Napoli è una città che ti resta nel cuore. Scorci di un panorama senza eguali, regole di vita che valgono soltanto qui e in nessun altro posto della terra. C’è tanto da vedere, e non è facile scegliere. Napoli è un vero teatro della vita, a cielo aperto, gratis ed accessibile a tutti. Ma non aspettatevi solo scenette divertenti e sfondi da cartolina. Per scoprire la città può bastare semplicemente andarsene in giro, ma se non volete perdervi il meglio, iniziate dai principali luoghi di interesse.


SPACCANAPOLI

Spaccanapoli è la strada che va dai Quartieri Spagnoli al quartiere di Forcella, tagliando in linea retta la città di Napoli. Il nome si comprende salendo sopra San Martino e osservando dall’alto come questa strada tagli in due il cuore della città. Quest’arteria ha origini antichissime: è infatti uno dei tre decumani in cui i romani, basandosi sulla costruzione greca, organizzarono la città. Passeggiando per Spaccanapoli si attraversa la millenaria storia della città. Qui non ci sono solo i palazzi antichi, le chiese, ma anche le leggende e gli inconfondibili odori della cucina napoletana. Non stupitevi di nulla: lungo il percorso di Spaccanapoli potrete incontrare splendide chiese e famiglie che vivono nei bassi, artisti-artigiani e abusivi che vendono di tutto. Da un po’ di anni piccoli hotel e bed and breakfast sono sorti lungo il percorso, permettendo ai turisti di vivere Napoli proprio come fanno i napoletani. Spaccanapoli è un budello stretto, in cui napoletani, turisti e motorini convivono, non molto pacificamente. Ma non c’è un luogo della città che potrà raccontarvi meglio l’anima di Napoli, la sua essenza che qui si svela senza trucchi. Spaccanapoli non è una cartolina turistica: è Napoli.


MONASTERO DI SANTA CHIARA

Prima edificio gotico, poi completamente sovvertito in esempio di arte barocca, per ritornare, dopo la restaurazione del dopoguerra, al fascino e alla semplicità delle origini. Il Monastero di Santa Chiara nasce per volontà di Roberto D’Angiò ed è stato, sotto gli Angioini, il fulcro delle cerimonie civili e religiose. Accanto al monastero il Chiostro maiolicato con i pilastri interamente ricoperti da maioliche in cui predominano il blu, il giallo e il verde: colori che s’intonano perfettamente con l’ambiente circostante. Il chiostro costituisce una vera e propria oasi di pace nel cuore della Napoli caotica.


PIAZZA SAN DOMENICO MAGGIORE

Piazza San Domenico Maggiore si erge al centro di Napoli come una realtà assolutamente estranea al caos e al traffico che la circondano. Lontana da tutto ciò che è moderno, la piazza rapisce lo sguardo di chi vi passa. Al centro il monumentale obelisco voluto dai Domenicani come ringraziamento per la fine della pestilenza nel 1556 e poi la Basilica in perfetto stile barocco. Turisti e giovani popolano la piazza sia di giorno che di notte.


CAPPELLA SANSEVERO E CRISTO VELATO DI NAPOLI

Il Cristo velato è una delle opere più affascinanti e misteriose che si possono vedere a Napoli. Si racconta che il velo di marmo sul corpo del Cristo, sia in realtà un velo in tessuto, trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro Principe di San Severo, illustre alchimista. Molti, invece, sostengono che il sorprendete effetto sia tutto frutto del talento di Giuseppe Sanmartino, lo scultore che realizzò il Cristo velato. Il ritrovamento di una stanza segreta e di alcune macabre opere, visibili nella Cappella San Severo, hanno contribuito a dare al Principe e al Cristo velato un’aura di mistero. La Cappella merita una visita non solo per il Cristo ma anche per le altre opere presenti in questo piccolo gioiello nascosto tra i vicoli di Napoli: un luogo ricco di simboli esoterici e religiosi, che noi vi aiutiamo a scoprire.


PIAZZETTA NILO A SPACCANAPOLI

Piazzetta Nilo era la patria degli Alessandrini: qui coltivavano i propri interessi, qui avevano le loro botteghe e le loro abitazioni. Per imprimere nel tempo il ricordo del loro passaggio ed il ricordo della loro terra lontana, fecero costruire una statua del Dio Nilo raffigurato come un vecchio barbuto, seminudo, che appoggia i piedi sulla testa di un coccodrillo. Da oltre duemila anni la Piazza conserva questa denominazione e insieme alla statua, anche se i napoletani preferiscono chiamare questo luogo “Corpo di Napoli” perché si erge proprio nel cuore del centro antico.



ALTARINO DI MARADONA A SPACCANAPOLI

Maradona, El Pibe de Oro, incarna lo spirito di rivincita dei cittadini, rendendoli fieri di essere napoletani e accomunandoli in un’unica fede. Il calciatore è ormai divenuto una leggenda e continua ad essere amato dai napoletani e non, al punto da essere diventato oggetto di devozione. Subito dopo Piazzetta Nilo, incontrerete un Altarino costruito in suo onore: una teca custodisce la foto di Maradona ed un suo capello. Alcuni tifosi, prima di una partita importante, si recavano qui per chiedere la “grazia“. L’altarino, in teoria, è “gestito” dal bar adiacente: mettetevi in fila per farvi la foto e poi prendetevi un caffè come partecipazione alle spese! Almeno questo è quello che invita a fare un cartello!


SAN GREGORIO ARMENO

Ed eccoci giunti a San Gregorio Armeno, la Via dei Presepi, una delle strade più celebri di Napoli dove l’arte presepiale la fa da padrona. Una strada in cui anche nei mesi più caldi si può respirare l’atmosfera natalizia grazie ai bottegai che lavorano tutto l’anno per creare presepi di sughero e pastori di terracotta.

Le loro creazioni vengono poi esposte ad un’orda di cittadini e turisti che affollano questa strada nei mesi più vicini al Natale. Non solo figure canoniche, ma le statuine raffigurano anche personaggi legati all’attualità. Proprio l’estro creativo di questi maestri ha reso così longeva l’arte di una Napoli che ancora sopravvive.



BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE

Alla fine di San Gregorio Armeno si incrocia il Decumano maggiore, detto Via dei Tribunali. Sulla destra noterete subito la facciata di San Lorenzo Maggiore, importante espressione dell’arte gotica nel Sud Italia. Al suo nome sono legati diversi personaggi celebri: qui trovano sepoltura molti membri della famiglia angioina, nonché il musicista Francesco Durante e il letterato Giovan Battista della Porta. In più, la Chiesa è stata il palcoscenico del celebre e piacevole incontro tra Giovanni Boccaccio e Fiammetta e anche Petrarca pare abbia alloggiato nel convento annesso per qualche giorno. La Torre Campanaria che sovrasta la Chiesa, invece, è stato il rifugio di armi duranti i moti del 1647, tant’è che prende il nome di Torre di Masaniello. La chiesa conserva importanti scavi archeologici che permettono di fare un giro nell’antica agorà greca, uno dei luoghi da cui è partita la storia di Napoli.



MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI

Prima scuola di equitazione poi sede dell’Università, il Museo Archeologico di Napoli (MANN) fu inaugurato nel 1816 e ad oggi è uno dei più importanti nel mondo per la qualità e la quantità delle opere che custodisce. Il Re Ferdinando IV intendeva creare a Napoli un imponente istituto per le arti e, a distanza di oltre due secoli, si può dire che le sue ambizioni siano state realizzate. Il Museo Archeologico, oltre a contenere i ritrovamenti degli scavi di Pompei, ospita reperti dell’età greco-romana, le antichità egizie ed etrusche della collezione Borgia e le monete antiche della collezione Santangelo. Da non perdere il “Gabinetto segreto” che raccoglie affreschi e sculture antiche dedicate al tema dell’erotismo.


PLEBISCITO E PALAZZO REALE DI NAPOLI

Se c’è un luogo simbolo di Napoli, questa è Piazza del Plebiscito. Nel corso dei secoli si è trasformata da semplice largo di campagna a luogo di raccolta dei napoletani: qui si svolgevano i tornei medievali e le “cuccagne” dei Borbone per tenere buono il popolo.

Oggi è il simbolo del nuovo “Rinascimento napoletano”: liberata dalle auto è luogo di passeggio dei napoletani e dei turisti venuti ad ammirare la sua grandezza e i due gioielli: il neoclassico colonnato della chiesa di San Francesco di Paola e il Palazzo Reale. Quest’ultimo fu costruito alla fine del 1500 quando la notizia della possibile visita del Re Filippo III a Napoli creò una certa agitazione. La capitale del Viceregno, infatti, non aveva luoghi per ospitare l’uomo più potente del mondo. Dopo infiniti ripensamenti, il viceré don Fernando, ordinò la costruzione di una residenza per l’illustre ospite. Il Palazzo Reale fu commissionato a Domenico Fontana nel 1600, che lo consegnò dopo solo due anni, anche se non completamente finito. Peccato però, che il capriccioso Re Filippo III cambiò idea senza avvisare: rimandò la sua visita a Napoli a data da destinarsi. Voi che siete più fortunati del Re, visitate l’Appartamento Reale, la Cappella Reale, i giardini e il Teatrino di corte. C’è molto altro da vedere.

NAPOLI SOTTERRANEA E GALLERIA BORBONICA

Per secoli, dal profondo ventre di Napoli, è stato ricavato il tufo per costruire la città di sopra. La città di sotto, quindi, nasconde un fitto intrigo di anfratti, grotte e cunicoli che raccontano una storia parallela alla vita della Napoli in superficie. La città sotterranea è servita ai napoletani in molti modi: da rifugio durante i bombardamenti a fonte di acqua, da discarica a luogo in cui si nascondevano i delinquenti. Negli ultimi decenni è in corso un recupero ampio della Napoli Sotterranea che oggi potete visitare su due percorsi principali: da Via dei Tribunali si accede al percorso classico che attraversa l’acquedotto greco-romano, rifugi antiaerei, il Museo della Guerra, orti sotterranei e la Stazione Sismica “Arianna”. Singolare la visita al vicino Teatro romano di Nerone, a cui si accede da un’abitazione privata, spostando un letto sotto cui è nascosta una botola! Sempre scavata nel sottosuolo ma per motivi diversi è la Galleria Borbonica, voluta nel 1853 da Ferdinando II di Borbone. L’obiettivo era un viadotto sotterraneo unisse il Palazzo Reale con piazza Vittoria per permettere un accesso rapido a Palazzo Reale da parte delle truppe e una via di fuga verso il mare per i sovrani napoletani. La Galleria ha svolto nel tempo, il ruolo di rifugio anti-aereo e deposito giudiziario: lungo il percorso, quindi, si trovano pozzi, cisterne, cavità, resti della vita quotidiana durante la guerra, enormi frammenti di statue e vecchi veicoli degli anni 50, ’60 e ‘ 70.


MUSEO DI CAPODIMONTE A NAPOLI

Nel 1738 Carlo di Borbone decise di trasformare il suo casino di caccia nel bosco di “Capo di monte” in una Reggia – Museo dove ospitare la Collezione Farnese ricevuta da sua madre. In effetti, ancora oggi, passeggiando per le ampie sale del palazzo sembra che la famiglia borbonica sia uscita di casa un attimo prima del nostro ingresso. Il museo occupa su tre piani: al primo piano c’è l’Appartamento storico e la ricca collezione farnesiana con opere di Tiziano, Masaccio, Botticelli, Raffaello, Guido Reni, Brueghel il Vecchio, Andrea del Sarto e molti altri. Al secondo piano c’è la galleria con opere dal 200 al 700:Ribera, Goya, Pinturicchio, Vasari, Mattia Preti, Ribera e la straordinaria “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio. Al terzo piano è esposta la collezione di opere dell’Ottocento e di arte contemporanea con capolavori di artisti di fama internazionale: Andy Warhol, Mimmo Jodice, Alberto Burri, Mario Merz, Joseph Kosuth, Enzo Cucchi, Michelangelo Pistoletto.  Lungo tutto il percorso ci sono le collezioni di oggetti d’uso quotidiano che i Borbone usavano nella Reggia. Se avete ancora un po’ di forza, all’uscita c’è uno splendido parco con un Belvedere magnifico sulla città, non a caso chiamato dai napoletani “la veduta di Napoli”.


IL METRO DELL'ARTE DI NAPOLI

Può sembrare davvero singolare che in una città ricca di storia come Napoli le stazioni della metro siano inserite nella lista delle cose imperdibili. Si pensa questo fino a quando non si mette piede in una delle stazioni delle Linee 1 e 6, un vero museo di arte contemporanea, non a caso definite Metro dell’Arte.

Il percorso può partire dalla nuova Stazione Garibaldi che si unisce alla Stazione Centrale di Napoli. Qui, l’urbanista francese Perrault ha progettata una stazione con scale mobili sospese in cui prevale il vetro e l’acciaio. Si giunge a Università, dove l’architetto egiziano Rashid si è ispirato ai linguaggi digitali con una straordinaria scultura chiamata “Sinapsi”. Dopo c’è Municipio e poi Toledo, considerata da molti la più bella stazione d’Europa. Con l’opera Relative light di Robert Wilson è illuminata da straordinari giochi di luce sulla gamma cromatica degli azzurri. Da non perdere anche Dante, Museo, Materdei e le successive. Più di 200 opere di artisti contemporanei da ammirare con un biglietto della metro. Un percorso unico nel mondo, da non perdere.


IL DUOMO E IL TESORO DI SAN GENNARO

Lungo l’ottocentesca via Duomo compare maestosa la facciata del Duomo di Napoli, luogo deputato principalmente al culto di San Gennaro. Ricco di cappelle di potenti famiglie napoletane, il Duomo è abbellito dai dipinti di Luca Giordano che raffigurano gli Apostoli, i Padri e i Dottori della Chiesa. Per i napoletani, il Duomo è prima di tutto il luogo dove c’è la Cappella e il Tesoro di San Gennaro. A ribadire che il legame dei napoletani con San Gennaro va ben oltre la semplice devozione per il Santo Patrono. E’ un sentimento viscerale e condiviso, che nel corso dei secoli ha superato divieti e restrizioni, rafforzandosi sempre più. Nonostante San Gennaro sia considerato dalla chiesa un santo di “Serie B”, non lo è per i napoletani. La Cappella e il tesoro sono la più immediata e importante prova di questo amore per “Faccia Gialla”, il nome con cui i partenopei chiamano il Santo dovuto alla sua statua più famosa in argento dorato. La Cappella ha un cancello di Cosimo Fanzago, affreschi del Domenichino e opere di Ribera. Il Tesoro di San Gennaro ha finalmente trovato spazio in un luogo accanto al Duomo e raccoglie reliquie e oggetti preziosi, diventati oracoli di fede. Il Tesoro comprende anche statue, candelabri e argenti vari, che i devoti hanno gelosamente protetto durante i numerosi saccheggi della città. Testimonianza di quanto i napoletani ritengano San Gennaro una presenza vicina e confortante, come fosse un caro vicino di casa, a cui ricorrere nei momenti di bisogno ma anche quando si ha solo voglia di parlare un po’.


CASTEL DELL'OVO E IL LUNGOMARE

Fiero e malinconico, coccolato dalle onde del mare, il Castel dell’Ovo sorge sull’antico isolotto di Megaride. Ci si arriva da Piazza del Plebiscito seguendo l’orizzonte e il rumore del mare. Le leggende fanno a gara per impossessarsi di un po’ di storia del castello: c’è chi dice che il suo destino e quello di tutta Napoli fosse legato all’integrità di un uovo gelosamente custodito nei sotterranei e chi sostiene che il nome della città sia ispirato a Partenope, sirena approdata sull’isolotto di Megaride priva di vita. Ma non dimentichiamoci di Niccolò, l’uomo – pesce che portava al re le gemme preziose situate nei cunicoli sotto l’isolotto. La salita verso la parte alta del castello regala degli scorsi molto suggestivi, ma il punto più bello è certamente la Terrazza dei cannoni, che si trova nella parte più alta del castello e da cui si gode di una vista meravigliosa sul Golfo. Come contorno a Castel dell’Ovo, non poteva che esserci un borgo dalla struttura caratteristica e dall’atmosfera suggestiva: il Borgo Marinari di Napoli, costruito per dare una casa ai pescatori e poi nel corso dei secoli diventato luogo di caffè, ristorantini particolari e circoli nautici. Questo microcosmo è di una bellezza sorprendente, ma attenti ai prezzi, anche solo un caffè potrebbe costarvi molto caro. Usciti dal Castello vi aspetta il Lungomare, il più bello del mondo secondo molti. Una passeggiata di qualche chilometro con il mare a sinistra e i ristoranti a destra fino ad arrivare alla Villa Comunale e all’Acquario.


IL MASCHIO ANGIOINO

Il Maschio Angioino, con un occhio al porto e un altro alla sede del sindaco, controlla con il suo sguardo tutta piazza Municipio e volge le sue attenzioni fino al lungomare di via Caracciolo. Sotto gli Angioini fu un bellissimo castello e centro di cultura frequentato da artisti come Giotto e letterati come Petrarca, mentre successivamente, con gli Aragonesi, divenne una fortezza inespugnabile. Interessante la storia delle prigioni poste nei sotterranei, dalle quali inspiegabilmente sparivano i detenuti. Solo più tardi si scoprì che un coccodrillo penetrava nei sotterranei tramite un’apertura e che trasportava in mare i prigionieri, facendoli sparire nel nulla. Attualmente il Maschio Angioino è sede del Museo Civico e, soprattutto d’estate, luogo di spettacoli ed eventi culturali. Il percorso museale si snoda tra la Sala dell’Armeria, la Cappella Palatina o di Santa Barbara, il primo ed il secondo piano della cortina meridionale insieme con la Sala Carlo V e la Sala della Loggia che ospitano le manifestazioni e le attività artistiche. Da non perdere la visita alla Cappella Palatina trecentesca che venne affrescata da Giotto e dai suoi allievi con le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. All’ingresso del Maschio Angioino, non dimenticate di alzare gli occhi verso l’arco trionfale, voluto da Alfonso d’Aragona per celebrare la sua conquista del Regno di Napoli avvenuta nel 1443.


LA CERTOSA E IL MUSEO DI SAN MARTINO

La certosa di San Martino si trova su uno dei punti più alti della città. Dal belvedere, si può osservare l’intero golfo di Napoli: uno spettacolo mozzafiato. Da qui, specialmente dopo una giornata di pioggia, Napoli si mostra in tutta la sua stupenda esplosione di colori, vicoli, cielo, terra e mare. All’interno della certosa si trova il Museo di San Martino, in cui sono raccolte sculture e quadri napoletani del XV e XVI secolo. Per chi ama il presepe napoletano, la collezione di San Martino è la tappa obbligata dopo San Gregorio Armeno: da non perdere il Presepe Cuciniello, allestito dentro una grotta artificiale ricavata da un antico ambiente delle cucine della Certosa: uomini, animali, oggetti, il corteo dei Magi, parlano della Palestina ma raffigurano la Napoli del 700, nelle realistiche facce dei pastori, nelle botteghe e nei vestiti. Questo presepe è la più completa ed importante collezione presepiale italiana. Durante la visita troverete altri punti panoramici da dove osservare Napoli distesa in riva al mare. Come canta Pino Daniele: “Da San Martino vedi tutta quanta la città col mondo in tasca e senza dirsi una parola“.



IL CIMITERO DELLE FONTANELLE

Il Cimitero delle Fontanelle si trova nel cuore del Rione Sanità, tra via Foria e la collina di Capodimonte, ed è uno dei luoghi più suggestivi di Napoli. In questo ossario, che raccoglie oltre 40.000 resti, si può capire il rapporto che i napoletani hanno con la religione, la morte, i defunti, il destino, il lotto, la fortuna. Una visita al Cimitero delle Fontanelle racconta di Napoli e dei napoletani, ed aiuta a capire lo spirito di questo popolo molto più di tante parole.

Nel cimitero c’è da secoli il culto delle “anime pezzentelle” (anime povere), segno di quella strana miscela di sacro e profano che pervade tutta la tradizione napoletana. I devoti scelgono un teschio, lo puliscono e in alcuni casi gli costruiscono un altarino con lumini e rosari. Iniziano a pregare per l’anima prescelta che, attraverso il sogno, si manifesta, magari per regalare qualche numero al lotto vincente!



IL TEATRO SAN CARLO

Il Real Teatro San Carlo è uno dei più grandi teatri italiani e tra i più antichi d’Europa, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Il Re Carlo di Borbone ne ordinò la costruzione nel 1737 per dare alla città di Napoli un nuovo teatro, simbolo del potere regio. Il progetto viene affidato all’architetto Giovanni Antonio Medrano e dopo otto mesi dall’inizio dei lavori, il teatro è già completato: 184 palchi più un palco reale, per ospitare 1379 persone. Una porta dietro il Palco Reale mette in comunicazione il Palazzo Reale con il teatro, in modo che il Re non dovesse scendere in strada per assistere agli spettacoli. Nel corso dei secoli ha avuto diversi ritocchi per adeguare l’acustica e la scenografia, fino ad ottenere quell’effetto decantato da Stendhal: “Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita”. Lo stesso effetto che fa su chiunque visiti il San Carlo come turista o come spettatore.


LA GALLERIA UMBERTO I

Proprio di fronte al San Carlo c’è uno dei 4 ingressi della Galleria Umberto I di Napoli. Ammirandone la maestosità riesce difficile credere che sia stata edificata in soli 3 anni. Iniziata nel 1887 e terminata nel 1890, venne costruita negli stessi anni in cui, a Parigi, Gustave Eiffel realizzava la sua famosa Torre Eiffel. La Galleria Umberto I di Napoli non aveva nulla da invidiare al monumento no con cui rivaleggiava per bellezza e complessità della struttura. I numeri di questa costruzione facevano girare la testa: lunghezza massima 147 metri, larghezza 15, altezza 34 e mezzo, il vertice della cupola a 57 metri. In poco tempo la Galleria divenne il centro “mondano” di Napoli, anche grazie alla vicinanza ai luoghi più importanti della città.


LE TOMBE DI VIRGILIO E LEOPARDI E LA CRYPTA NEAPOLITANA

In una zona molto trafficata di Napoli, fuori dal centro storico e all’ingresso di un buio e vecchio tunnel, si trovano alcuni gioielli d’arte e storia. Accanto alla Chiesa di Piedigrotta, di cui parliamo in seguito, si trova il parco che ospita le tombe di Virgilio e Leopardi e l’ingresso della Crypta neapolitana. Secondo la leggenda la Crypta fu scavata in una sola notte da Virgilio ed è qui che il “Mago” riposa, come ricorda l’iscrizione con la frase di Petrarca. A pochi passi c’è il sepolcro di un altro grande poeta italiano, Giacomo Leopardi, che morì a Napoli e riposa qui, non nella sua natia Recanati. Questo complesso è uno dei luoghi mitici di Napoli, quindi, al di fuori del centro storico, ma imperdibile in ogni visita nella città partenopea. Da non perdere anche una visita alla vicina chiesa della Madonna di Piedigrotta, a cui è associato un culto popolare, leggende e anche una storica festa napoletana.




Fonte:  www.10cose.it/napoli/cosa-vedere-napoli

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